INVETTIVA ANTIPIAZZESE

Chiazza è frabbicata supra lu munti

è frabbicata a na petra a na petra,
l’acqua chi passa intra a stessa Chiazza
è vilinata di
vilenu e tassu.

Cu li chiazzisi nan ci iri a spassu
e mancu ci parrari tantu spissu,
Giuda ci lassau dittu a li so murti
“li traditura sunu li chiazzisi”.
 

[Tassu: termine che oggi viene usato da qualche anziano per designare il freddo di un liquido (“E chi é tassata st’acqua?”, si può ancora sentire nella bocca di un vecchio alle prese con un bicchiere d’acqua appena uscita dal frigo), nel passato designava anche un tipo di tossico ( estratto da una pianta assomigliante al finocchio e chiamata “firrazzulu”) di cui ci si serviva per stordire e catturare le anguille. Nell’invettiva, il termine é evidentemente usato in questa seconda accezione.
Endecasillabi anonimi e non databili (Settecento, Ottocento?). Testo tra i più violenti della vasta produzione campanilistica antipiazzese. Qui i nostri vicini vengono addirittura accusati della morte di Cristo. La versione qui riprodotta ci é stata fornita dal sig. Gino Nicoletti. Probabilmente esistono delle varianti che sarebbe interessante conoscere. I visitatori del web in grado di fornire informazioni su questo o su altri analoghi testi sono gentilmente pregati di contattarci. Ringraziamo il farmacista Turi Consolo per la segnalazione relativa alla pianta da cui si estraeva il “tassu”. E.B.]